L’Isola del paradosso aperta all’innovazione

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Circola da poche settimane un aureo libretto dal titolo “L’innovatore rampante”, dedicato alla “lezione” di Italo Calvino e scritto a due mani dal Rettore della Luiss, Andrea Prencipe, e dal giornalista Massimo Sideri, già direttore del “Corriere Innovazione”: l’ho cercato dopo aver letto una interessante recensione apparsa sull’ultimo inserto culturale del “Sole 24 ore” (“Domenica” del 12 giugno 2022). In questo agile volumetto di 90 pagine si fa l’elogio del “Metodo Calvino”, tratto soprattutto dalle sue “Lezioni americane”: esso consisterebbe nella capacità di utilizzare proficuamente la tensione tra gli opposti – leggerezza e pesantezza; rapidità e lentezza; esattezza e indeterminazione – come chiave per l’innovazione. “Nulla più dell’innovazione è una tensione tra opposti, che sembra irrisolvibile, ma che diventa il lievito per il futuro”. Sempre Calvino ci fornisce un’immagine esplicativa di questa fertile tensione tra gli opposti nella favola del Visconte dimezzato, impegnato a ricomporre le due parti inconciliabili di sé, il Gramo e il Buono, violentemente separate dalla palla di un cannone.
L’innovazione, dunque: come generarla? Prencipe e Sideri accostano il Metodo Calvino alla “teoria del paradosso” fatta propria dagli studi sui modelli organizzativi. Secondo questo approccio l’innovazione scaturirebbe dalla capacità di trasformare le tensioni tra gli opposti in opportunità.
La Sicilia, si sa, è terra di contraddizioni. Chi cerca paradossi, da noi ne trova in abbondanza. Ecco perché la Sicilia è un campo di sfida ottimale per chi voglia sperimentare l’innovazione.
La teoria del paradosso ci ricorda che per trasformare le tensioni in opportunità è necessario un cambio di visione, di assetto mentale (“mindset”). Tutti noi confidiamo che questo cambiamento possa scaturire dal mondo giovanile, ma nella logica del paradosso non possiamo certo escludere che esso possa giungere anche da chi ha sul groppone un gravoso numero di anni, magari vissuti in leggerezza.